Earth Overshoot Day 2020: cambiare è possibile

  Quest’anno, l’Earth Overshoot Day 2020 (Giorno del Sovrasfruttamento della Terra) è caduto il 22 agosto, oltre tre settimane più tardi rispetto al 2019, invertendo la tendenza a presentarsi sempre più presto nel corso dell’anno, secondo quanto calcolato dal Global Footprint Network.    La data riflette una riduzione del 9,3% dell’Impronta Ecologica dell’umanità rispetto all’anno precedente, nel periodo tra il 1° gennaio e l’Earth Overshoot Day.  Il diffondersi della pandemia da COVID-19 ha causato la contrazione dell’Impronta Ecologica mondiale e dimostra come siano possibili rapidi cambiamenti nei modelli di consumo delle risorse naturali. [continua a leggere su  LAV.IT]

COVID -19 e macelli: il pericolo è sempre dietro l'angolo

Il nuovo, massiccio focolaio di Covid-19 (182 casi di positività su 700 addetti, con 560 test effettuati) scoppiato la scorsa settimana fra dipendenti dello stabilimento AIA di Vazzola (Treviso) ci fa di nuovo riflettere, come già a giugno 2020, sul pericolo enorme rappresentato dagli allevamenti e dalle attività ad essi collegate... [continua a leggere su LAV.IT]  

COVID-19: nuovo rapporto FAIRR rischi zootecnia

Da un recentissimo rapporto, dall’illuminante titolo "An Industry Infected - Animal agriculture in a post-COVID world” - redatto da FAIRR, il network di investitori e istituzioni che collaborano per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche connesse agli allevamenti intensivi – emerge l’allarme: le prossime pandemie proverranno dal sistema zootecnico.    Nell’introduzione alla ricerca, Jeremy Coller, fondatore e CEO di FAIRR, infatti, spiega come oltre il 70% delle maggiori imprese che operano nel settore della carne, dei latticini e del pesce, risultino ad elevato rischio di favorire pandemie. Gli allevamenti sono, afferma Coller, allo stesso tempo soggetti vulnerabili  e potenziali creatori e diffusori di gravi emergenze sanitarie, e se il COVID-19 non ha avuto origine da un allevamento, il prossimo potrebbe averla.  [CONTINUA A LEGGERE]

G4EAH1N1: un numero che puo' diventare pericoloso

La pandemia da Coronavirus non è ancora superata, ma i virus non stanno certo a guardare. Aumentano i focolai di influenza aviaria H5N8 in Europa e c’è uno stato di allarme di allarme tra le autorità sanitarie.  E ora giunge la notizia che, nell'ambito di un progetto di sorveglianza raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per individuare immediatamente nuovi virus in grado di provocare pandemie, in Cina è stato scoperto un virus simile a quello dell'influenza H1N1 responsabile della pandemia del 2009. Nello studio, appena pubblicato tra gli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d'America (PNAS), gli studiosi spiegano di aver identificato un nuovo virus dell’influenza suina (chiamato G4 EA H1N1) che si sta diffondendo tra i maiali in Cina... CONTINUA A LEGGERE

Allevamenti, polveri sottili e coronavirus

Il particolato (polveri sottili) è un insieme di particelle, solide e liquide, che si disperdono in atmosfera per tempi sufficientemente lunghi da subire fenomeni di diffusione e trasporto. Il particolato è primario se immesso in aria direttamente dalla sorgente o secondario se si forma in seguito a trasformazioni chimico-fisiche di altre sostanze, come l’ammoniaca, che ha tra le principali fonti la gestione delle deiezioni animali (nei ricoveri, dallo stoccaggio e dallo spandimento dei liquami) e l’utilizzo dei fertilizzanti azotati. Il peso delle attività zootecniche e agricole, rispetto alle emissioni di ammoniaca, è dell’83% a livello nazionale, mentre secondo i dati di INEMAR, l'inventario delle emissioni curato da Arpa Lombardia, “il settore zootecnico immette in atmosfera il 98% dell'ammoniaca totale rilasciata Lombardia”... CONTINUA A LEGGERE   

I consumi alimentari: #NONCOMEPRIMA

Uscito nei giorni scorsi, il resoconto dell’ Osservatorio Immagino 2020 Nielsen GS1 Italy, misura fenomeni di consumo emergenti e identifica i segmenti di popolazione che li determinano, utilizzando le informazioni contenute nei codici a barre e sulle confezioni. Su una base di 79.838 prodotti emerge che “l’universo “veg”, con una quota del 5,3% sul fatturato totale del food” è una buona tendenza, in cui gli alimenti “adatti ai vegani” rappresentano il 3,8% dei prodotti e il 2,4% del fatturato totale analizzato. L’Osservatorio ha rilevato che la crescita negli acquisti dei prodotti “veg” è avvenuta soprattutto grazie al maggior acquisto da parte di un numero di famiglie (tra quelle utilizzate per l’indagine) rimasto invariato rispetto al 2018: in sostanza, in base a questa speciale analisi, chi sceglie questo genere di alimentazione ne è sempre più convinto, rafforza la sua spesa, non rimane deluso e continua deciso.. CONTINUA A LEGGERE  

Allevamenti e latte: un binomio nemico del'ambiente

A differenza di quanto accade per i combustibili fossili, l’attenzione e la pressione da parte dell’opinione pubblica sulle emissioni climalteranti del settore lattiero caseario è scarsa. Ci pensa un nuovo rapporto, dall’indicativo titolo di Milking the Planet (Mungere il pianeta), redatto dall'Institute for Agriculture and Trade Policy [IATP] a rivelare che le 13 maggiori aziende lattiero-casearie mondiali provocano le stesse emissioni di gas serra dell'intera Gran Bretagna. Queste 13 big hanno emesso più gas a effetto serra (GHG) nel 2017 rispetto a fonti inquinanti di portata mondiale come la BHP, gigante minerario, petrolifero e del gas con sede in Australia o ConocoPhillips, compagnia petrolifera con sede negli Stati Uniti. CONTINUA A LEGGERE 

Ministero Salute: no certificato per vegan nelle mense

Nella seduta di ieri della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati il Governo ha risposto alla Interrogazione 5-03612 D'Arrando e altri (M5S) “Modifica delle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica” anche su punti contestati dalla LAV e oggetto di una petizione sulla bozza delle nuove Linee Guida che saranno nelle prossime settimane adottate con Decreto del Ministro della Salute di concerto con i Ministri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, sostituendo le attuali specifiche solo per la ristorazione scolastica. CONTINUA A LEGGERE

ONU: Covid-19 non stiamo curando le cause

La situazione è più che preoccupante: il mondo sta curando solo i sintomi sanitari ed economici della pandemia da Coronavirus, ma non si occupa delle cause ambientali, dei sistemi alimentari, della salute degli animali, che stanno a monte dello scoppio di gravi epidemie e, se continua così, possiamo attenderci un flusso costante di malattie che "salteranno" dagli animali all'uomo nei prossimi anni. Questo l'avvertimento gli autori dell'atteso Rapporto "Prevenire la prossima pandemia" a cura del Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e dell'Istituto Internazionale di Ricerca Zootecnica (ILRI) che spiegare le cause della pandemia di COVID-19 e di altre zoonosi, con l'obbiettivo di fornire ai decisori politici una migliore comprensione del contesto da cui possono svilupparsi catastrofici focolai di malattie zoonotiche. CONTINUA A LEGGERE 

Nuovi CAM: nostre proposte

Il 4 agosto entreranno in vigore i nuovi Criteri Ambientali Minimi per la ristorazione collettiva emanati dal Ministero dell’Ambiente con DM DEL 10 MARZO 2020, e validi per tutta la ristorazione collettiva pubblica e privata, che comprende scuole, caserme, uffici, ospedali e altro.    In essi, tra gli altri aspetti, si promuove un’alimentazione a minor consumo di proteine animali per un minor impatto ambientale. In particolare, i nuovi CAM prevedono un giorno 100% vegetale per un minimo di una volta ogni due settimane e almeno un piatto "vegetariano", ovvero contenente anche proteine vegetali, al giorno.   CONTINUA A LEGGERE 

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