Tiriamo le somme sulla Pasqua

Stiamo avviandoci verso l'estate, i ponti primaverili stanno per finire, e con essi la stagione della Pasqua. I giorni della celebrazione religiosa, per un'abitudine che si rinnova ormai da anni, coincidono anche con una sorta di 'alta stagione' per chi, come noi - senza mai dimenticare che TUTTI gli animali sono ugualmente degni di essere rispettati, non sfruttati e non uccisi - sensibilizza sulle scelte alimentari cruelty free. Come è andata quest'anno? Le cifre ufficiali della macellazione di ovini e caprini - sempre in calo - saranno diffuse dagli enti preposti, ma noi abbiamo piccoli strumenti per giudicare almeno da diffusione dei nostri messaggi. Il post sulla pagina LAV su Facebook, pubblicato il 9 aprile, con la vignetta di Manetta (vedi foto) e il link al nostro menu di Pasqua è stato il post più condiviso nella storia della nostra pagina FB. Ha visto ben 18.374 condivisioni e quasi 1 milione e 200.000 visualizzazioni. Poche righe, una comunicazione chiara e diretta e la giusta ironia hanno fatto il giro del web. Per qualche secondo, tantissime persone hanno pensato all'aspetto crudele della Festa pasquale. Che dire? Avanti così e grazie al nostro ufficio comunicazione e a tutti coloro che condividono i nostri post, innescando il sistema di 'viralizzazione' che contribuisce, insieme a tutte le altre iniziative a dare voce a chi non ce l'ha. Come i colorati e fantasiosi Flash Mob 'Lasciamoli vivere', organizzati da alcune delle nostre sedi locali il 12 aprile, con lo stesso scopo. Che hanno visto una buona copertura mediatica, come anche il menu di Arianna Dall'Occo. Colgo l'occasione per ringraziare tutti i nostri attivisti, che - come gli animali - non ci deludono mai. Paola Segurini

Cambiare Menu per salvare la Terra

Il 22 aprile è la  Giornata della Terra. Le  Nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno, un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera. In una ricorrenza come questa, l’opinione pubblica non può e non deve più ignorare l'impatto devastante del consumo di carne sul pianeta e la grave minaccia che esso rappresenta per  il mantenimento di un clima vivibile per tutti (animali non umani compresi). Il  recentissimo  Rapporto dell’IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change) illustra come, per limitare il riscaldamento globale entro i 2 gradi, il mondo dovrà tagliare entro il 2050 le emissioni di gas serra del 40-70% rispetto ai valori del 2010, per poi arrivare a un valore prossimo allo zero entro la fine del secolo. Ma per ottenere questi risultati non bisogerà rimandare oltre il 2030 l’introduzione delle misure necessarie.   I rischi globali del cambiamento climatico sono elevatissimi, tra essi, l’aumento della temperatura media globale di 4 gradi significherebbe: ·         impatti gravi e diffusi  su ecosistemi unici e minacciati ·         sostanziale estinzione di specie ·         grandi rischi per la sicurezza alimentare globale e regionale La combinazione di elevata temperatura e umidità comprometterebbe  le normali attività umane, tra cui la coltivazione di cibo o il lavoro all'aperto in alcune aree. Secondo un nuovo studio della Chalmers University of Technology, diffuso in occasione della presentazione del rapporto  IPCC, le emissioni di anidride carbonica prodotte dai settori dell’energia e dei trasporti rappresentano la quota maggiore di inquinamento del clima, ma l’eliminazione di queste emissioni non garantirebbe la discesa dell’inquinamento al di sotto del limite posto dalle Nazioni Unite. Le emissioni da agricoltura e allevamento minacciano infatti di aumentare significativamente in risposta all’incremento del consumo di carne e di prodotti lattiero-caseari.   L’aumento demografico e di capacità d’acquisto nei paesi  di nuova ricchezza significherà infatti più carne e latticini e  di conseguenza  maggior quantità di emissioni climalteranti. Se queste emissioni non saranno considerate, il protossido di azoto e il metano dal comparto zootecnico, con il loro potere climalterante, potrebbero raddoppiare entro il 2070. Le emissioni maggiori – chiariscono gli studiosi - i sono prodotte dall’allevamento di manzi e agnelli. Le stime indicano infatti che entro il 2050 le carni bovine e ovine rappresenteranno la fonte della metà di tutte le emissioni di gas serra da allevamento, ma contribuiranno solo al 3 per cento dell’assunzione necessaria di calorie per l’uomo. Formaggio ed altri latticini contribuiranno, invece, a circa a 1/4 dell’inquinamento totale del settore. “Abbiamo dimostrato che la riduzione del consumo di carne e latticini è la chiave per portare l’inquinamento climatico da allevamento e agricoltura ai livelli di sicurezza. Ma Il cambiamento della dieta può richiedere molto tempo. Dobbiamo iniziare a pensarci subito» ha affermato Fredrik Hedenus, responsabile del team che ha compilato la ricerca svedese. Se vogliamo davvero attenuare il tasso di cambiamento climatico – ed evitare catastrofiche conseguenze dobbiamo effettuare forti cambiamenti nella nostra cultura. Tra questi: convincere le persone a cambiare alimentazione, in  un mutamento globale – progressivo e importante -  di mentalità e di comportamento.   In tutto questo, oltre alle strategie politiche, sono le scelte individuali che contano. Iniziamo col Cambiare Menu, da oggi. Buona Giornata della Terra (salvata?). Paola Segurini 

Il menu Buono è quello Veg!

Una Pasqua sostenibile e cruelty free, senza la crudeltà della carne portata in tavola: è l'appello che la LAV rivolge a tutte le famiglie e ai fedeli, per risparmiare la vita dei circa 450.000 agnelli e capretti macellati ogni anno nel nostro Paese per questa ricorrenza religiosa che mentre celebra la risurrezione condanna a morte tanti animali per un consumo non necessario.    Più di 3 milioni di animali, tra ovini e caprini, vengono macellati ogni anno per finire sulle tavole degli italiani, con un’impennata proprio durante le festività pasquali e natalizie, quando si macellano il triplo degli animali macellati in altri periodi.    Gran parte degli agnelli e dei capretti arrivano dai Paesi dell'Est Europa in questi giorni.  Ammassati sui camion, viaggiano su lunghissime tratte per giungere ai macelli di destinazione, dove, immobilizzati e appesi per una zampa, sentono le grida di terrori dei loro simili e percepiscono l’odore del sangue, prima di finire sgozzati.  Ogni anno la scena si rinnova centinaia di  migliaia di volte - con il suo finale tragico – in tantissimi luoghi d’Italia.   Il triste primato delle macellazioni di ovini e caprini spetta alla Sardegna e al Lazio, seguite, ma in percentuali minori, da Puglia, Campania e Toscana.  Insistiamo con l’opinione pubblica sugli aspetti anacronistici, non sostenibili e crudeli di tante nostre tradizioni gastronomiche - come l’agnello a Pasqua - e sulle conseguenze delle nostre scelte abitudinarie a tavola,   Cambiamo menu, più spesso possibile, e per una Pasqua Buona davvero!

Salute dei Veg: 1 scarso contro 250 che fa?

La pubblicazione, ripresa da molte testate, dei risultati di uno studio austriaco, secondo il quale i 'Vegetariani' godrebbero di minore salute degli onnivori, ci raggiunge in un momento in cui gli aspetti positivi dell’alimentazione a base vegetale continuano ad essere dimostrati e annunciati. Le limitazioni dell’analisi – e di conseguenza dei risultati - sono visibili e denunciate dagli stessi autori. Si tratta in primo luogo dell’esame di dati raccolti tra il marzo 2006 e il febbraio 2007 su 343 persone per gruppo di abitudine alimentare. In un ambiente, l’Austria, che certo non brilla per varietà e bilanciamento, rispetto alla nostra dieta mediterranea, di gastronomia veg.     ll gruppo dei ‘Vegetariani’ esaminato include solo lo 0,2% (rispetto al totale dei soggetti dello studio) di Vegani, lo 0,8% di Latto-Ovo-Vegetariani e l’1,2% di ‘Vegetariani’ che mangiano pesce, e che quindi non sono Vegetariani (né tantomeno Vegan). Si tratta inoltre di uno studio (limitazione evidenziata dagli autori stessi) trasversale,  quindi di una ricerca condotta in un determinato tempo, prendendo una porzione di popolazione (una sezione incrociata), senza valutare l’evoluzione o i precedenti.  Le abitudini alimentari sono state inoltre  misurate come variabile riportata e descritta dagli stessi  intervistati, senza che sia stata loro fornita una chiara definizione dei gruppi alimentari soggetto dell’indagine, che per altro denuncia la totale  mancanza di informazioni riguardanti i componenti nutrizionali della dieta dei soggetti esaminati (carboidrati, colesterolo, acidi grassi, ecc.).  In sostanza uno studio unico davvero per i suoi grossissimi limiti e ampiamente fuorviante, a cui è stata data una visibilità tale da farci sospettare che possa essere una reazione di chi vuole - per motivi legati anche ad interessi di settore - contrastare la sempre crescente consapevolezza della forza positiva – in termini salutistici, ambientali, etici e sociali – della scelta veg.   Uno ‘studio’ contro 250, che fa?  L’American Dietetic Association e i Dietitians of Canada  nel loro Position Paper stabiliscono che  “le diete totalmente vegetariane o vegane sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie”.(1)    Il documento diffonde un'ampia panoramica stilata sulla base di più di 250 lavori scientifici, pubblicati su riviste mediche internazionali.    Un esempio tra tutti: in base ad recente studio  apparso sull'European Journal of Clinical Nutrition (2), chi segue un'alimentazione vegan dimostra livelli di colesterolo inferiori rispetto a chi consuma carne, pesce, latticini e/o uova. Una precedente analisi  dell'EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) aveva rilevato che i vegan e vegetariani presentano il 32% di rischio in meno di ospedalizzazione e decesso da malattie cardiache.(3) Lo scoop facile attira, ma l'autorevolezza e la serietà vincono sempre. 250 a 1.   paola segurini        (1) J Am Diet Assoc. 2009; 109: 1266-1282 (traduzione italiana http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/ada_2009.pdf (2)Bradbury KE, Crowe FL, Appleby PN, Schmidt JA, Travis RC, Key, TJ. Serum concentrations of cholesterol, apolipoprotein A-I and apolipoprotein B in a total of 1694 meat-eaters, fish-eaters, vegetarians and vegans. Eur J Clin Nutr. 2014;68:178-183. (3) Crowe F, Appleby PN, Travis RC, Key TJ. Risk of hospitalization or death from ischemic heart disease among British vegetarians and nonvegetarians: results from the EPIC-Oxford cohort study. Am J of Clin Nutr. Published ahead of print January 30, 2013    

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