Lasciamoli vivere
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/ Pubblicato: 04/03/2015 da Paola Segurini
Manca circa un mese a Pasqua, ma vogliamo cominciare la nostra sensibilizzazione in favore di una Festa coerente e piena di vita. I sacrifici animali sono cose di millenni fa e oggi dobbiamo dare un esempio costruttivo, consapevole e buono. Per tutti.
Solo per Pasqua, in Italia, si macellano circa 700.000 tra agnelli e capretti. E ogni anno 6 milioni tra ovini e caprini.
Per noi tutti gli animali sono uguali. Gli agnelli e i capretti non sono meno uguali degli altri, ma sono diventati un po' il simbolo della crudeltà legata alle tradizioni religiose o/e familiari.
Perciò vogliamo suggerire l'alternativa, che c'è eccome!
Ecco alcuni dei menu pasquali suggeriti dalla LAV negli scorsi anni.
Cominciate a studiare!
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Sulle differenze tra uomo e donna sono stati gettati fiumi d’inchiostro. Differenze biologiche e psicologiche, stando per esempio a Freud, che tracciava la sua linea di demarcazione fra mascolinità e femminilità, e differenze socio-culturali, secondo i più recenti gender studies.
L’uomo è più irascibile della donna? La donna è più emotiva e intuitiva dell’uomo? A lei piace chiacchierare, mentre lui preferisce un eloquio asciutto e diretto? In che modo la “visuale periferica” femminile e la “visuale a tunnel” maschile influenzano le scelte e le relazioni con il mondo esterno?
Fra molti luoghi comuni e verità scientifiche (o presunte tali), noi di “Mamme Veg” (https://www.facebook.com/LAVmammeveg) abbiamo deciso di fare un esperimento, chiedendo a una coppia di genitori vegani, Giacomo Bottinelli - Resposabile Nazionale Settore Educazione e Consigliere Direttivo della nostra Associazione - e la sua compagna Noemi, papà e mamma di una splendida bambina di tre anni, vegana anche lei dalla nascita, di rispondere ad alcune nostre domande.
Offrire lo spunto per una riflessione più ampia, creando il campo per un confronto fra genitori, è quanto ci auguriamo di fare.
E tu che genitore veg sei?
Arianna Fioravanti (Settore Educazione LAV ROMA)
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Perché sei diventata/o vegana/o?
NOEMI: Non c’è un vero perché o un giorno o un’esperienza in particolare. È come se lo fossi sempre stata. Dentro di me ho sempre percepito questa scelta come la cosa più naturale di questo mondo.
GIACOMO: Per motivi etici. Ritengo che si debba rispettare la vita ed evitare la sofferenza degli altri.
Prima di conoscere il/la tuo/a compagno/a eri vegana/o?
NOEMI: Prima di conoscere Giacomo ero già vegetariana tendente al vegano.
GIACOMO: Sì, ero già vegano da anni.
Se il tuo partner tornasse a una dieta onnivora, cosa faresti?
NOEMI: La scelta vegana è talmente radicata in Giacomo, come lo è per me, che se dovesse tornare ad essere onnivoro ne sarei veramente preoccupata. L’unica cosa che farei, sarebbe quella di stargli vicino e cercare di capire cosa lo ha spinto ad un tale cambiamento.
GIACOMO: Ne sarei molto turbato. La scelta vegana è qualcosa di profondo, non una moda. Tornare indietro significherebbe che non è più la persona che oggi conosco.
Chi ha deciso che la bambina sarebbe stata alimentata senza cibi animali?
NOEMI: Entrambi.
GIACOMO: Entrambi.
Sei stata/o osteggiata/o dal mondo esterno? Da chi in particolare?
NOEMI: Da piccola ho sempre rifiutato cibi animali e l’unica persona che ha avuto da ridire è stata mia madre. Da un po’ di anni non c’è più, ma so per certo che avrebbe accettato e capito la mia scelta.
GIACOMO: Fortunatamente non abbiamo trovato ostacoli. Tutti dalla famiglia al pediatra (onnivori) sono stati sereni nei confronti della nostra scelta.
Come reagisci se qualcuno critica la tua scelta?
NOEMI: Mi capita raramente. Chi critica mi ha sempre fatto sorridere, quindi reagisco sorridendo e annuendo.
GIACOMO: Mi fa rabbia pensare che ci sia ancora tanta ignoranza ed egoismo.
Dubbi, paure, ansie per la salute della bambina?
NOEMI: Mai avute!
GIACOMO: Mai niente di tutto questo. Fin dall’inizio sapevamo come bilanciare la dieta e anche i medici che abbiamo consultato ci hanno tranquillizzati.
(se ci sono) Cosa fai nei momenti di incertezza?
NOEMI: Se c’è una cosa della quale sono pienamente convinta nella mia vita è la scelta vegana.
GIACOMO: Nessuna incertezza.
Chi dei due si occupa della spesa?
NOEMI: Fare la spesa è anche un momento di condivisione familiare, quindi spesso si va tutti insieme.
GIACOMO: Entrambi.
Chi dei due si occupa della cucina?
NOEMI: Sia io che lui. La cucina di Giacomo però è irresistibile.
GIACOMO: In particolare io. Mi piace molto.
Chi dei due si occupa di far mangiare la bambina?
NOEMI: Entrambi come su molte altre cose, ci alterniamo spesso in maniera naturale.
GIACOMO: Entrambi, ma più lei.
La bambina mostra di gradire i piatti che le vengono preparati?
NOEMI: Come tutti anche lei ha le sue preferenze, ma la maggior parte delle volte gradisce.
GIACOMO: Decisamente.
Se la bambina rifiuta un piatto, come reagisci?
NOEMI: Tranquillamente, provando a capire cosa non va.
GIACOMO: È una bambina. Capita che rifiuti un piatto…
Se la bambina mostrasse interesse per la carne, come reagiresti?
NOEMI: Vorrei che mia figlia fosse libera di fare le sue scelte, del resto lei è una persona completamente diversa da me.
GIACOMO: Ha tre anni e le stiamo pian piano spiegando il perché della nostra scelta. Se vorrà consapevolmente mangiare carne potrà farlo. Importante è che sappia che si tratta di animali. Molti bambini purtroppo non arrivano a questa consapevolezza e si abituano a cibi dei quali in realtà non conoscono l’origine e il retroterra di sofferenza.
Un aggettivo per descrivere tuo/a marito/moglie.
NOEMI: Prezioso.
GIACOMO: Meravigliosa!
Dà un consiglio al tuo partner.
NOEMI: È veramente difficile.
GIACOMO: Rimani come sei!
Cosa prevedi per l’alimentazione del futuro?
NOEMI: Sempre più persone prendono consapevolezza della scelta vegana, siamo sempre meno soli, o forse non lo siamo mai stati. Da persona positiva che sono, credo che tra non molto la scelta vegana non venga percepita più come qualcosa di alternativo, ma come la via più semplice alla soluzione di tanti problemi che affliggono l’umanità.
GIACOMO: Spero sinceramente in un futuro vegan. È l’unica via di salvezza per gli animali umani e non umani.
13 anni e un video di plastilina che parla al cuore
La plastilina che ve a comporre personaggi e animazioni e i suoi tredici anni.
E una sensibilta' profonda e nello stesso tempo attiva, ingredienti combinati in un video di raro effetto.
Un ragazzino ha proposto, tramite la tecnica della claymotion, il messaggio disperato degli allevamenti di maiali.
Nei numeri e nei modi che conosciamo, ma che il mondo sembra ignorare con la tecnica dell arimozione, 'occhio non vede, cuore non duole'.
Guardatelo, e diffondetelo. Il momento storico ci chiede di guardare a 360° cosa c'è dietro a ciò che mettiamo sulla tavola..
paola segurini
Un maialino, cosa vuole che sia..
[di Gianluca Felicetti, Presidente LAV]
Cosa vuole che sia, Luciana Litizzetto, l’aver portato per qualche minuto su un carretto con tanto di erba finta, sotto i riflettori e per di più fra gli applausi, un maialino in trasmissione.
Cosa che vuole che sia, rispetto ai 13 milioni di suini uccisi ogni anno solo in Italia, 35.616 al giorno compresa anche la domenica di “Che tempo che fa”, 75 macellati nei tre minuti tre di esposizione dell’animale alla risatina italiota che lei e i suoi autori hanno offerto l’altra sera.
Cosa vuole che sia, tanto più che lei lo ha fatto uscire dandolo alla signora svedese “che ha la faccia da vegetariana”.
Cosa vuole che sia, la RAI avrà pagato l’affitto dell’animale a qualche fornitore con i miei soldi di abbonato per legge, avrà pagato anche la presenza di un veterinario fra le quinte che sicuramente avrà certificato l’assenza di maltrattamento “così gli animalisti non potranno rompere”. Poi l’avranno riportato al suo destino di diventare, più ancora di domenica, un prodotto. Da consumare.
Cosa vuole che sia, Luciana Litizzetto, per lei che amplifica tante battaglie umane, aver voluto deridere un essere vivente, perché ha la colpa di incarnare la colpa di un sistema elettorale bocciato dalla Corte Costituzionale, nominato così, peraltro, da un deputato noto per il suo zoo privato e per l’esaltazione della caccia.
I dati Auditel avranno mostrato a lei e a Fabio Fazio (che con il successo ha dimenticato il suo cane per il quale ha scritto delle belle pagine) se in termini quantitativi d’ascolto, la presenza del maialino ha fatto il “picco” come si dice in gergo. Chissà che soddisfazione. Noi invece vorremmo capire se l’immobilismo del maialino era dato dalla reazione di stress e paura o a causa di qualche sostanza. A cosa fosse dovuto quel comportamento innaturale così palese a tutti, non accettabile tanto quanto la scelta di fare audience con un animale vivo in studio.
Il maialino scuro, lei ha detto in trasmissione, era “incazzato nero”. Non solo lui.