Veg News da Berlino e Amsterdam

Si chiama Veggie 2.0 ed è una mensa in cui si servono solo pasti totalmente privi di ingredienti di origine animale. Dove si trova? Nessuno stupore se è in uno dei locali per mangiare dell’Università Politecnica di Berlino, una delle capitali più vegan friendly d’Europa. Con un menu ampio e vario, consultabile sul sito  - e anche tramite una pratica App per dispositivi mobili - è l’unica mensa del tutto ‘verde’ dell'universo studentesco berlinese, ma nelle altre sono comunque sempre presenti buone scelte vegan. Inoltre, ogni giorno, nel menu 100% vegetale, sono previsti anche piatti contraddistinti dall' ‘alberello del clima’, simbolo che sta a significare una minore impronta ecologica, ottenuta con ingredienti di filiera corta, non precotti, né surgelati o conservati, così da impattare meno con produzione e trasporto. Ma se Berlino chiama, Amsterdam risponde. In senso veg, ovvio. Il Daily Telegraph, informa che alle sedute del Consiglio Comunale della capitale olandese verranno serviti di default solo pasti vegetariani,  cioé senza carne e/o pesce. Un passo avanti da importare? Per cantar gloria davvero attendiamo l’eliminazione anche dei latticini, in ogni caso un bel segnale di come i tempi stiano cambiando.Anche per l’approccio scelto: l’iniziativa di Amsterdam è infatti mutuata da una precedente del Ministero dell’Istruzione, Cultura e Scienza, che ha ribaltato la prassi. In sostanza, chi vuole un pasto per ‘carnivoro’ deve chiederlo espressamente, perché la norma sono menu senza carne e pesce. Beh dai! Ribaltiamo le abitudini... paola segurini Nella foto: un piatto della mensa universitaria a Berlino.

Quando veg fa rima con campione

In questi ultimi giorni due grandi comunità sportive e di appassionati hanno potuto apprezzare la forza della scelta veg. Il tennis, nel suo classico dei classici, il torneo di Wimbledon, ha visto trionfare Novak Djokovic. Quasi cinque ore di partita per essere incoronato per la quinta volta in carriera, seconda consecutiva ed essere confermato come numero 1 al mondo: Djokovic ha dichiarato in varie occasioni che le sue eccezionali doti di forza e resistenza derivano dal privilegiare un’alimentazione soprattutto vegetale. Non vuole etichette ma è un tenacissimo promotore (ha anche aperto un ristorante vegan a Montecarlo) del mangiare verde. Al contrario, chi si definisce vegano tout court senza se e senza ma, è Lewis Hamilton, pilota britannico che continua a veleggiare indisturbato in testa alla classifica piloti di Formula 1 e a collezionare primati mondiali. Hamilton - che ha co-prodotto (come anche Djokovic) il nuovo documentario vegano "The Game Changers", in uscita a settembre – sostiene che mangiare vegan lo fa sentire forte a livello fisico e mentale. Sugli animali, la sua bio di Instagram parla chiaro! Sempre più fuori dal cassetto del ‘vegano uguale deboluccio’, grazie anche a testimonial ad alta riconoscibilità! paola segurini (foto Lewis Hamilton/Instagram)

Il gelato è sempre più vegan

Non occorre girare tanto, almeno nelle città e cittadine e nei luoghi turistici, per trovare sempre più gusti tradizionali ma senza latte vaccino e uova, nelle gelaterie artigianali. Il trend, iniziato da qualche stagione, ora si arricchisce della voglia di produrre ‘gelato all’acqua’. Non il sorbetto, non la varietà con frutta, proprio i gusti più golosi e tradizionali. “Con i gelati all’acqua ecco i gusti liberati dalla schiavitù di latte e uova, con le caratteristiche della materia prima valorizzate al meglio perché assolute protagoniste” leggiamo in un’interessante analisi pubblicata recentemente da ‘La Repubblica’. L’obiettivo, oltre a rispondere ad un pubblico sempre più attento a ciò che consuma, in termini di salute e sostenibilità, è far apprezzare gli ingredienti nella loro integrità, senza ingredienti che mascherino il sapore o che lo esaltino disarmonicamente. Bene così, la nostra rivoluzione a tavola – e per strada - continua, anche con queste tre ricette facili e di sicuro successo, senza crudeltà e super golose. paola segurini

Earth Overshoot Day: il futuro ha una scadenza breve

Quest'anno l'Earth Overshoot Day, il giorno in cui l'utilizzo di risorse naturali supera la quantità delle stesse che la Terra può rigenerare in 365 giorni, cade il 29 luglio (due anni fa era il 2 agosto e lo scorso anno il 1°). Il Global Footprint Network ci spiega che la data è sempre più vicina all'inizio dell'anno solare. Da oggi la popolazione mondiale consuma ciò che non si può permettere di consumare, e va ‘in rosso’ rispetto alla sostenibilità. Il fatto che l’Earth Overshoot Day caschi il 29 luglio significa che in media l’umanità sta usando attualmente la natura 1,75 volte più velocemente di quanto gli ecosistemi del nostro Pianeta siano in grado di rigenerare. L'Italia aveva già esaurito le risorse il 15 maggio. Le conseguenze del sovrasfruttamento stanno diventando sempre più evidenti in termini di deforestazione, erosione del suolo, perdita di biodiversità o accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera (che causa il cambiamento climatico ed eventi meteorologici estremi). Siamo o non siamo ormai consapevoli di come stiamo ipotecando molto seriamente il futuro dei nostri figli? Cosa possiamo fare? La ricorrenza di oggi ci indica come sia indispensabile compiere azioni volte a spostare avanti, verso la fine dell'anno solare, la data (#movethedate) dell'Earth Overshoot Day, magari verificando quanto 'pesiamo' tramite il calcolatore dell'Impronta Ecologica.  E poi? La scelta vegan a tavola, è un comportamento facile e virtuoso e rappresenta una delle soluzioni più potenti e attuabili immediatamente per ridurre l’utilizzo delle già scarse risorse e impattare meno sull'ambiente. Non ci sono scuse: se il Pianeta è una solo, sono le nostre possibilità di cambiare ad essere numerose: la capacità di sfruttarle in tempi brevi, dirigendole verso scelte alimentari individuali forti, con cambiamenti decisi e ora molto facilitati dalle innumerevoli offerte del mercato, rappresenta la chiave per avere un futuro degno del nome, che, se no, sarà un futuro con scadenza a breve termine, per tutti. Animali inclusi. paola segurini

The Game Changers è in arrivo!

Che Lewis Hamilton facesse sul serio, in materia di alimentazione veg, lo sospettavamo. Questo mese, tuttavia, ne abbiamo avuto le prove. Il 2 settembre ha aperto a Londra il primo punto vendita della catena Neat Burger, di cui il pluricampione è partner, in cui si commercializzano i prodotti di Beyond Meat, l’azienda americana che sta rivoluzionando l'industria del fast food con gustosi piatti veg, diretti principalmente agli onnivori, legati al sapore di carne. Ma non è tutto....[continua]

Bimbo presunto vegano? Apriti cielo!

Sono ancora in corso gli accertamenti da parte dei medici sul bambino di Nuoro ricoverato per denutrizione, ma è bastato il solo sospetto che il suo stato derivi dall’alimentazione vegana per scatenare l’ennesimo attacco generalista a questa scelta alimentare, senza neppure prendere in considerazione le migliaia di bambini vegani in piena forma, né le evidenze scientifiche o le linee guida autorevoli, che confermano come un’alimentazione subase 100% vegetale sia adatta a tutte le età, se ben pianificata e bilanciata, proprio come l’alimentazione onnivora.   E’ il bambino presunto vegano infatti a fare notizia, mentre non fa assolutamente notizia il fatto che obesità e sovrappeso colpiscano in Italia un bambino su 3, e rappresentino casi continui di malnutrizione in eccesso, causando problematiche quali accumulo di grasso a livello del fegato, incremento dell'insulina, con possibile evoluzione verso un diabete di tipo 2, aumento del colesterolo, e/ o dei trigliceridi e dell'acido urico, rialzo della pressione arteriosa, problemi ortopedici, disturbi psicologici.   Su questo caso si è espresso anche il Senatore Lello Ciampolillo, che sul proprio profilo Facebook, afferma di aver parlato con la direttrice ASSL di Nuoro, che avrebbe negato che i medici abbiano identificato l’alimentazione vegan come ragione del malessere del bimbo, e avrebbe addirittura chiesto la smentita della notizia.   E se fosse l’ennesimo caso di disinformazione? La possibilità di una fake-news pompata ad arte è dietro l’angolo: lo stesso Senatore Ciampolillo nel 2016 scoprì, con una telefonata all’ospedale Gaslini di Genova, che una bambina ricoverata per denutrizione non era affatto vegan, come invece affermavano i media. E come questo, anche in altri casi l’alimentazione vegana non era la causa della malnutrizione, quanto invece patologie legate all’assorbimento dei nutrienti, che nulla avevano a che fare con la scelta alimentare dei genitori.   Tutti i genitori possono fare errori, tutti i giorni, nell’alimentazione dei propri figli, ma ciò non fa quasi mai notizia, solo nel caso di scelta vegan il tam-tam si diffonde immediatamente ovunque! Ma in generale i genitori, onnivori e non, dovrebbero rivolgersi ad un professionista competente che li guidi nello svezzamento, senza ricorrere a pericolosi “fai da te”.   Ed è bene che anche i professionisti della sanità siano aggiornati: sono uscite un anno fa le <<Linee guida per la pianificazione di diete a base vegetale nell’infanzia, dallo svezzamento all’adolescenza>>, pubblicate sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics (organo della Academy of Nutrition and Dietetics, la società scientifica più influente a livello mondiale nel campo della nutrizione umana) in cui si dimostra ancora una volta come l'alimentazione a base vegetale - ben pianificata e bilanciata come lo devono essere tutte le diete - non solo sia possibile in tutte le età della vita, ma anche auspicabile per i numerosi vantaggi che apporta.  

Bimbo presunto vegano? Apriti cielo!

Sono ancora in corso gli accertamenti da parte dei medici sul bambino di Nuoro ricoverato per denutrizione, ma è bastato il solo sospetto che il suo stato derivi dall’alimentazione vegana per scatenare l’ennesimo attacco generalista a questa scelta alimentare, senza neppure prendere in considerazione le migliaia di bambini vegani in piena forma, né le evidenze scientifiche o le linee guida autorevoli, che confermano come un’alimentazione subase 100% vegetale sia adatta a tutte le età, se ben pianificata e bilanciata, proprio come l’alimentazione onnivora.   E’ il bambino presunto vegano infatti a fare notizia, mentre non fa assolutamente notizia il fatto che obesità e sovrappeso colpiscano in Italia un bambino su 3, e rappresentino casi continui di malnutrizione in eccesso, causando problematiche quali accumulo di grasso a livello del fegato, incremento dell'insulina, con possibile evoluzione verso un diabete di tipo 2, aumento del colesterolo, e/ o dei trigliceridi e dell'acido urico, rialzo della pressione arteriosa, problemi ortopedici, disturbi psicologici.   Su questo caso si è espresso anche il Senatore Lello Ciampolillo, che sul proprio profilo Facebook, afferma di aver parlato con la direttrice ASSL di Nuoro, che avrebbe negato che i medici abbiano identificato l’alimentazione vegan come ragione del malessere del bimbo, e avrebbe addirittura chiesto la smentita della notizia.   E se fosse l’ennesimo caso di disinformazione? La possibilità di una fake-news pompata ad arte è dietro l’angolo: lo stesso Senatore Ciampolillo nel 2016 scoprì, con una telefonata all’ospedale Gaslini di Genova, che una bambina ricoverata per denutrizione non era affatto vegan, come invece affermavano i media. E come questo, anche in altri casi l’alimentazione vegana non era la causa della malnutrizione, quanto invece patologie legate all’assorbimento dei nutrienti, che nulla avevano a che fare con la scelta alimentare dei genitori.   Tutti i genitori possono fare errori, tutti i giorni, nell’alimentazione dei propri figli, ma ciò non fa quasi mai notizia, solo nel caso di scelta vegan il tam-tam si diffonde immediatamente ovunque! Ma in generale i genitori, onnivori e non, dovrebbero rivolgersi ad un professionista competente che li guidi nello svezzamento, senza ricorrere a pericolosi “fai da te”.   Ed è bene che anche i professionisti della sanità siano aggiornati: sono uscite un anno fa le <<Linee guida per la pianificazione di diete a base vegetale nell’infanzia, dallo svezzamento all’adolescenza>>, pubblicate sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics (organo della Academy of Nutrition and Dietetics, la società scientifica più influente a livello mondiale nel campo della nutrizione umana) in cui si dimostra ancora una volta come l'alimentazione a base vegetale - ben pianificata e bilanciata come lo devono essere tutte le diete - non solo sia possibile in tutte le età della vita, ma anche auspicabile per i numerosi vantaggi che apporta.  

La verità, signori, sulle mucche da latte

In un mondo di pubblicità con le mucche felici, quelle che muggiscono di gioia passeggiando sui prati verdi, che regalano il latte come se fosse un gadget prodotto solo per nutrire grandi e piccini della specie umana, non può non causare un sobbalzo di stupore il video che promuove una nuova barretta al cioccolato 100% vegetale - a base di latte d'avena e cacao - immessa sul mercato dall'azienda Katjes. La novità, trasposta in grafica da Gerald Scarfe, disegnatore delle memorabili copertine degli album dei Pink Floyd, è l'evocazione - neanche troppo celata - dell'utilizzo delle mucche, tutt'altro che felici, come vere e proprie macchine da latte. Schierate come un esercito di fanti buttati alla guerra, eccole nel video - non esente al suo lancio da reazioni delle categorie commerciali coinvolte  - che vale davvero la pena vedere. La realtà degli allevamenti di bovine da latte - ingravidate artificialmente a ritmo continuo per 4 o 5 anni (poi eliminate per calo di produttività, contro un'estensione naturale della loro di vita di 20-25 anni), private subito del vitellino che succhierebbe il prezioso fluido corporale a lui destinato dalla natura, costrette a produrre fino a 60 litri di latte al giorno - è pressoché quella. E anche peggio, perché molto automatizzata e legata a macchine installate sulle 'macchine' a quattro zampe. Che però sono esseri senzienti, come noi, E allora ben venga, in un ambiente grafico surreale e di grande effetto, quello giusto per farsi ricordare e notare, il cioccolato “fresco e senza mucche” come si afferma nello spot, prezioso veicolo del messaggio che “ogni vita è preziosa, e le mucche non sono macchine per il latte, nemmeno per il cioccolato”. Grazie. Erano anni che vi aspettavamo, con la vostra verità sulle mucche da latte. paola segurini    

Contro l'energia fossile, ma a tavola? Bravo Joaquin Phoenix

Joaquin Phoenix ha preso parte venerdì scorso, a Washington, alla protesta dei «Fire Drill Fridays», portata avanti da Jane Fonda – che si è fatta arrestare più volte - ormai da 14 settimane, davanti al Campidoglio, per protestare contro le politiche ambientali USA e sensibilizzare sul cambiamento climatico. Incentrata sugli aspetti dell’energia fossile, la contestazione aveva bisogno di una svolta che evidenziasse il legame – che appare invisibile agli occhi anche più illuminati – tra riscaldamento globale e alimentazione. Phoenix, presentato da Fonda come "uno dei più grandi attori viventi", ha fatto una breve dichiarazione - che segue quella in occasione della vittoria ai Golden Globes - in cui ha rilevato come il movimento ambientalista e la conversazione sul clima non menzionino l'industria zootecnica, che è la terza causa principale del cambiamento climatico, e ha spiegato che la risposta alla domanda su cosa possiamo fare in questa lotta contro i cambiamenti climatici è modificare proprio il nostro comportamento alimentare. “Non posso evitare di prendere un aereo, ma posso cambiare il mio modo di mangiare, e spero che voi vogliate unirvi a questa causa», ha detto. Anche l’attore di Joker, insieme ad altri colleghi, è stato arrestato perché si è rifiutato di andarsene dal picchetto. Fa sempre effetto notare quell’enfasi abbagliante posta sull’aggettivo ‘fossile’ e la poca luce proiettata sulla parola ‘carne’ … nelle proteste in piazza, siano esse i Fridays for Future o questi Fire Drill Fridays  Magari anche con questa mossa così visibile e clamorosa di Joaquin Phoenix, anche con l’aiuto delle altre celebrità e degli sportivi che si spendono quasi quotidiamente su questi temi –  grazie Lewis Hamilton – la gente comincerà a capire come l’azione forte sia individuale, quotidiana e semplice. Dare l'addio ai cibi di origine animale è facile! Abbracciare l’alimentazione 100% vegetale è fare la cosa giusta. ps  

Golden Globe: grazie Joaquin!

Bravo, bello e vegano etico.  O, al contrario, meglio per il mondo e gli animali, vegano etico, bravo e bello.  Joaquin Phoenix ha dimostrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, di essere coraggioso e grato. Con le parole pronunciate nel ricevere il prestigioso Golden Globe come miglior attore protagonista per Joker, ha voluto subito ringraziare gli organizzatori per aver reso vegan la cena di gala dell’evento, riconoscendo loro il merito di aver così sottolineato il legame tra zootecnia e cambiamenti climatici. Consapevole della forza del suo messaggio in un contesto di visibilità planetaria, l’attore ha reso incisive e potenti le sue dichiarazioni. Grazie Joaquin, ‘together we make the difference’.    ps

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