Tra allevamento ed epidemia il passo è breve
Categoria: Emergenza virus / Taggato:
/ Pubblicato: 04/12/2020 da admin
La segnalazione - avvenuta a novembre in Canada - di un caso positivo alla rara influenza suina A (H1N2), in una persona sottoposta a test per COVID-19, favorisce una ulteriore riflessione sui virus che colpiscono i maiali. I virus influenzali suini mutano nel tempo e possono essere soggetti a ricombinazioni genetiche anche con virus influenzali umani, questo è ormai verificato. Ne è stata testimonianza la diffusione pandemica dell'influenza H1N1, nel 2010.
Alcuni dati, per capire le dimensioni della popolazione suina: a livello mondiale tra il 1961 (406.18 milioni) e il 2018 (978.33 milioni).
Altri articoli pubblicati
Guarda tutte le notizie >>Ma quale ringraziamento per i tacchini?
Vicini al Giorno del Ringraziamento, festa americana ormai nota in tutto il Pianeta, non possiamo non riflettere sulla realta' dell'infelicissima vita dei tacchini.
Vengono selezionati geneticamente per ottenere petti (fino al 40% del loro peso totale) molto sviluppati, come da richiesta dei consumatori. Il resto dell'organismo male si adatta e supportare quel peso, quindi soffrono di debolezza delle gambe, problemi articolari, fratture ossee e malattie cardiovascolari.
Le femmine e i maschi vengono allevati separatamente. A causa del peso abnorme, gli animali non possono accoppiarsi, l'inseminazione avviene dopo la stimolazione da parte degli addetti, che raccolgono lo sperma e inseminano le femmine tenendole a testa in giu'.
Le galline riproduttrici depongono da 100 a 130 uova per 6-7 mesi fino a quando la loro produttivita' diminuisce.
Dopo la schiusa, i pulcini vengono tenuti alla luce artificiale per circa 23 ore su 24 per favorirne la crescita rapidissima. Le galline sono considerate pronte per la macellazione a 14-16 settimane e i tacchini maschi a circa 19 settimane, alcuni dopo 12 settimane.
In allevamento sono ammassati in capannoni, mutilati da piccoli perche' la vicinanza non causi ferite (che comunque accadono lo stesso) e soggetti a massiccia somministrazione di antibiotici per cercare di arginare la diffusione di patologie.
[continua a leggere]
Urgente cambiare menu per salvare il Pianeta
Le emissioni causate dal sistema alimentare globale sono sufficienti a impedire il raggiungimento degli obiettivi climatici previsti dagli Accordi di Parigi e ciò accadrebbe anche se fossero annullate tutte le emissioni da altre fonti.
La conclusione netta e tagliente proviene da un nuovo studio a cura dall’Università di Oxford, dopo quello apparso su Nature nel 2018, pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Science.
Alcuni fatti:
l'obiettivo dell'accordo di Parigi sul clima è quello di limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi o 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali;
gli aumenti di temperatura globale che supereranno queste soglie causeranno ondate di calore estreme, inondazioni, scarsità d'acqua, diffusione di malattie e altro;
si prevede che la produzione alimentare dovrà crescere ....
[continua a leggere]
IPBES: fuggire dall'Era Pandemica
Se non si cambia l'approccio al problema, passando dalla reazione - quella che il mondo ha in atto oggi - alla prevenzione, future pandemie emergeranno, si diffonderanno e uccideranno più del Covid-19.
Il rapporto sui legami fra degrado della natura e rischi crescenti di pandemia diffuso dall'Ipbes, (Piattaforma intergovernativa di politica e scienza sulla biodiversità e i servizi ecosistemici) e redatto da 22 esperti internazionali suona un'ennesima sirena d'allarme, dopo quella di altre istituzioni globali.
Si stima, dichiarano gli scienziati, che ci siano altri 1,7 milioni di virus ancora "non scoperti" in mammiferi e uccelli e che fino a 850.000 di loro siano in grado di infettare le persone
[Continua a leggere]