Si è aperta a Katowice, in Polonia, l'importantissima Conferenza sul Clima, COP24,  volta individuare misure sempre più urgenti per contrastare gli ormai visibilissimi cambiamenti climatici. Se il buongiorno si vede dal mattino, come hanno fatto notare un gruppo di associazioni (non animaliste), basta guardare il menu che viene proposto a delegati e visitatori (in tutto 30.000 persone). Per i pasti sono previste il doppio di pietanze a base di carne rispetto a quelle di origine 100% vegetale.

Secondo lo studio a cui si fa riferiemento, le opzioni a base di carne offerte alla conferenza (4,1 kg di CO2e per porzione) generano una media di emissioni di gas serra più di quattro volte superiori ai pasti a base vegetale disponibili (0,90 kg di CO2 per porzione) al meeting.

Nell'infausta, ma non irreale ipotesi che tutti i partecipanti all'evento - che dura  12 giorni - scelgano piatti a base di carne e cibi di origine animale, COP24 contribuirà - solo mangiando - a produrre 4.500 tonnellate di CO2, vale a dire una quantità equivalente alla combustione di 1 milione e 900 mila litri di gasolio, o a 3000 persone che volino da NewYork a Katowice. 
 
La dissonanza cognitiva impera, il legame - tanto semplice da individuare - tra alimentazione e clima è ancora difficile da riconoscere. Al massimo si arriva, con grandissimo sforzo, a vedere l'effetto degli allevamenti intensivi. E il resto? E quelli estensivi? 
 
In ogni caso, non ci resta che sperare (!) che in 12 giorni i delegati aprano gli occhi (non solo le bocche per mangiare) e che tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite affrontino il problema dell'impatto dell'alimentazione sul clima durante i negoziati e ne tengano conto al momento di formulare i loro piani nazionali di azione. 
 
paola segurini