Il titolo del pezzo è esso stesso una provocazione. Ma non un’invenzione.

Si tratta solo della traduzione letterale del nome The Herbivorous Butcher,  che contraddistingue la prima “macelleria vegana" che aprirà negli Stati Uniti, il 23 gennaio prossimo.  

L'idea è partita da Aubry e Kale Walch, fratello e sorella, che per anni hanno provato e riprovato a rendere sempre più appetibili le alternative della carne in cucina e con grandissimi sforzi e tante determinazione sono diventati i proprietari di The Herbivorous Butcher

I due ragazzi americani non sono soli al mondo, lo sappiamo benissimo.

Non possiamo non nominare il diffusissimo (basta guardare la mappa dei negozi)  e pluripremiato The Vegetarian Butcher,  olandese, che ha tra i suoi prodotti molte imitazioni vegane della carne e molti piatti. Da un negozio nel 2010, il macellaio vegetariano oggi ha 2600 punti vendita in 13 paesi.

Né ci permettiamo di trascurare BeyondMeat,  azienda di San Francisco che produce  alimenti interamente vegetali che riproducono  sapore e consistenza quelli animali. 

Che dire?  Il mondo dei vegani si divide tra l’apprezzamento per questi alimenti imitativi della versione animale del piatto (o del pezzo di carne) e il più profondo disprezzo per questo voler riprodurre qualcosa che di per se evoca morte e sfruttamento.

La risposta, a mio parere, sta nel mezzo. Ognuno è libero di avvicinarsi e adottare (si spera) uno stile di vita cruelty free come meglio crede.  

L’importante è il risultato, vale a dire il numero di animali salvati dal loro destino, oggi incredibilmente crudele.

paola segurini