Doppio incarico: ricercatore pubblico e membro fondazione privata
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/ Pubblicato: 21/05/2014 da Paola Segurini
Il deputato Alessio Tacconi ha presentato il 15 maggio scorso un'interrogazione al Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ipotizzando un conflitto d’interessi rispetto al doppio ruolo del dottor Andrea Ghiselli, di ricercatore dell'INRAN, Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, e di componente del comitato scientifico della Fondazione Danone, uno dei più importanti produttori mondiali di prodotti con latte animale.
L’interrogazione fa riferimento alle critiche avanzate dal dottor Ghiselli nei confronti di «The China Study», recentemente citato in un servizio de ‘Le Iene’ come fonte dei dati che vedrebbero nella caseina un fattore di rischio tumorale.
«The China Study» (che riunisce e analizza i risultati di uno studio epidemiologico tra i più vasti mai compiuti al mondo e un'indagine sul rapporto tra alimentazione, condizioni ambientali, tradizioni sociali e malattie) è stato infatti duramente criticato dal dottor Ghiselli, proprio nella sua qualità di ricercatore dell'INRAN, Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, istituto pubblico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, responsabile per l'educazione e la comunicazione, con riferimento alle conseguenze per l’organismo del consumo di caseina.
Alessio Tacconi ha chiesto quindi di conoscere quali conseguenti iniziative il Ministro intenda adottare riguardo al doppio e contemporaneo ruolo del dottor Andrea Ghiselli che è tale da mettere a rischio l'indipendenza dell'attività del professionista e quindi dell'Istituto di ricerca del Ministero.
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Tiriamo le somme sulla Pasqua
Stiamo avviandoci verso l'estate, i ponti primaverili stanno per finire, e con essi la stagione della Pasqua. I giorni della celebrazione religiosa, per un'abitudine che si rinnova ormai da anni, coincidono anche con una sorta di 'alta stagione' per chi, come noi - senza mai dimenticare che TUTTI gli animali sono ugualmente degni di essere rispettati, non sfruttati e non uccisi - sensibilizza sulle scelte alimentari cruelty free.
Come è andata quest'anno?
Le cifre ufficiali della macellazione di ovini e caprini - sempre in calo - saranno diffuse dagli enti preposti, ma noi abbiamo piccoli strumenti per giudicare almeno da diffusione dei nostri messaggi.
Il post sulla pagina LAV su Facebook, pubblicato il 9 aprile, con la vignetta di Manetta (vedi foto) e il link al nostro menu di Pasqua è stato il post più condiviso nella storia della nostra pagina FB.
Ha visto ben 18.374 condivisioni e quasi 1 milione e 200.000 visualizzazioni.
Poche righe, una comunicazione chiara e diretta e la giusta ironia hanno fatto il giro del web.
Per qualche secondo, tantissime persone hanno pensato all'aspetto crudele della Festa pasquale.
Che dire?
Avanti così e grazie al nostro ufficio comunicazione e a tutti coloro che condividono i nostri post, innescando il sistema di 'viralizzazione' che contribuisce, insieme a tutte le altre iniziative a dare voce a chi non ce l'ha. Come i colorati e fantasiosi Flash Mob 'Lasciamoli vivere', organizzati da alcune delle nostre sedi locali il 12 aprile, con lo stesso scopo. Che hanno visto una buona copertura mediatica, come anche il menu di Arianna Dall'Occo.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti i nostri attivisti, che - come gli animali - non ci deludono mai.
Paola Segurini
Cambiare Menu per salvare la Terra
Il 22 aprile è la Giornata della Terra. Le Nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno, un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera.
In una ricorrenza come questa, l’opinione pubblica non può e non deve più ignorare l'impatto devastante del consumo di carne sul pianeta e la grave minaccia che esso rappresenta per il mantenimento di un clima vivibile per tutti (animali non umani compresi).
Il recentissimo Rapporto dell’IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change) illustra come, per limitare il riscaldamento globale entro i 2 gradi, il mondo dovrà tagliare entro il 2050 le emissioni di gas serra del 40-70% rispetto ai valori del 2010, per poi arrivare a un valore prossimo allo zero entro la fine del secolo. Ma per ottenere questi risultati non bisogerà rimandare oltre il 2030 l’introduzione delle misure necessarie.
I rischi globali del cambiamento climatico sono elevatissimi, tra essi, l’aumento della temperatura media globale di 4 gradi significherebbe:
· impatti gravi e diffusi su ecosistemi unici e minacciati
· sostanziale estinzione di specie
· grandi rischi per la sicurezza alimentare globale e regionale
La combinazione di elevata temperatura e umidità comprometterebbe le normali attività umane, tra cui la coltivazione di cibo o il lavoro all'aperto in alcune aree.
Secondo un nuovo studio della Chalmers University of Technology, diffuso in occasione della presentazione del rapporto IPCC, le emissioni di anidride carbonica prodotte dai settori dell’energia e dei trasporti rappresentano la quota maggiore di inquinamento del clima, ma l’eliminazione di queste emissioni non garantirebbe la discesa dell’inquinamento al di sotto del limite posto dalle Nazioni Unite.
Le emissioni da agricoltura e allevamento minacciano infatti di aumentare significativamente in risposta all’incremento del consumo di carne e di prodotti lattiero-caseari.
L’aumento demografico e di capacità d’acquisto nei paesi di nuova ricchezza significherà infatti più carne e latticini e di conseguenza maggior quantità di emissioni climalteranti.
Se queste emissioni non saranno considerate, il protossido di azoto e il metano dal comparto zootecnico, con il loro potere climalterante, potrebbero raddoppiare entro il 2070.
Le emissioni maggiori – chiariscono gli studiosi - i sono prodotte dall’allevamento di manzi e agnelli. Le stime indicano infatti che entro il 2050 le carni bovine e ovine rappresenteranno la fonte della metà di tutte le emissioni di gas serra da allevamento, ma contribuiranno solo al 3 per cento dell’assunzione necessaria di calorie per l’uomo.
Formaggio ed altri latticini contribuiranno, invece, a circa a 1/4 dell’inquinamento totale del settore.
“Abbiamo dimostrato che la riduzione del consumo di carne e latticini è la chiave per portare l’inquinamento climatico da allevamento e agricoltura ai livelli di sicurezza. Ma Il cambiamento della dieta può richiedere molto tempo. Dobbiamo iniziare a pensarci subito» ha affermato Fredrik Hedenus, responsabile del team che ha compilato la ricerca svedese.
Se vogliamo davvero attenuare il tasso di cambiamento climatico – ed evitare catastrofiche conseguenze dobbiamo effettuare forti cambiamenti nella nostra cultura.
Tra questi: convincere le persone a cambiare alimentazione, in un mutamento globale – progressivo e importante - di mentalità e di comportamento.
In tutto questo, oltre alle strategie politiche, sono le scelte individuali che contano.
Iniziamo col Cambiare Menu, da oggi.
Buona Giornata della Terra (salvata?).
Paola Segurini